Lunedì, 08 May 2017 07:20

Migliorare il clima, la creatività e la propositività in azienda

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L’esercizio “si ma, sì e…”

Tristan Bernard è stato un commediografo francese conosciuto non tanto per le sue opere, quanto per i suoi aforismi, uno dei quali dice:  "Per una risposta affermativa, vi è solo una parola: sì. Tutte le altre parole sono state inventate per dire di no".  Chi si occupa in modo professionale di negoziazione, collaborazione e comunicazione sembra aver scoperto che le cose non stanno esattamente così, e che per capire se un sì sia davvero un’affermazione bisogna fare attenzione alla congiunzione che segue, se è un “ma” il sì diventa no se è un “e” il sì esprime convinto consenso, ne consegue che se vogliamo incoraggiare il nostro interlocutore e comunicargli la nostra volontà di collaborare con lui dovremo rispondere sempre “sì e”.

In effetti questa brillante intuizione, che riscuote una certa fortuna nel mondo anglosassone, dorme indisturbata da sempre nel nostro vocabolario, che alla voce “ma” recita: Congiunzione coordinativa avversativa, esprimente spesso esplicita contrapposizione al termine che precede, il quale è per lo più espresso negativamente.

Eppure questa semplice nozione sembra sia spesso dimenticata e il “sì ma” venga pronunciato con troppa leggerezza, con conseguenze negative sul clima interpersonale delle comunità sia familiari sia lavorative, tanto che per ricordarla e metterla nella giusta evidenza sono stati messe a punto specifiche azioni formative.

Un esercizio semplice e divertente consiste nel presentare il problema a un gruppo di persone che lavorano insieme, senza spiegarne più di tanto le implicazioni. Poi il gruppo viene diviso in coppie e per tutti viene assegnato un tema: ad esempio costruiamo qualcosa oppure che facciamo nel pomeriggio. A turno ciascun partecipante dovrà fare una proposta al suo interlocutore, del tipo: potremmo costruire una piscina, l’altro potrà rispondere come vuole, purché la sua replica cominci con “sì ma”, poi le parti si invertono. Ben presto ci si renderà conto di come l’incipit “sì ma” finisca con il colorare inevitabilmente la risposta in modo negativo: sì ma se non la faremo coperta potremo usarla solo d’estate, e la persona che ha parlato per prima avrà la sensazione che il suo dirimpettaio sia molto perplesso o addirittura contrario, insomma penserà di non aver avuto una buona idea.

Dopo qualche minuto si passa al “sì e” cambiando tema: ad esempio girare un film o fare un viaggio. Potremmo andare a Londra, sì e andare a trovare mio cugino che vive lì da molti anni.

La risposta è positiva e comporta una esplicita adesione al progetto.

L’importanza di questa abitudine positiva ha ispirato una rete di formatori e consulenti presenti in diverse parti del mondo, che pubblicizzano i loro servizi dal sito www.yesandyourbusiness.com , si tratta di esercizi formativi molto rapidi, tra qui vi è anche quello qui descritto e che hanno voluto inserire nel loro marchio yes and.

Queste esercitazioni, a detta di chi le propone, sono molto utili per migliorare il clima aziendale, incoraggiare creatività e propositività, motivare le persone che lavorano insieme.

Forse lo sono meno per chi ha maggiori responsabilità se è vero quel che molti leader hanno detto, come nel caso di Tony Blair: L’arte della leadership è dire di no, non dire di sì. E’ molto facile dire di sì.

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