Francesco Fabiani

Francesco Fabiani

Venerdì, 02 March 2018 14:16

Risparmiare tempo in azienda si può

Il tempo è denaro: arrivano i servizi di time-saving

Nell’ambito del welfare aziendale e del work-life balance si inseriscono tutta una serie di servizi, messi a disposizione dall’azienda, che consentono al personale dipendente di coniugare impegni professionali e domestici.

Il tempo è denaro. Potremmo riassumere così l’essenza di questi servizi che, improntati al principio del welfare aziendale, contribuiscono a far risparmiare quel tempo solitamente dedicato, tra le altre cose, a beghe amministrative o a faccende domestiche. Dover sbrigare questioni amministrativo-burocratiche o personali obbliga talvolta i dipendenti alla richiesta di ore, se non addirittura giornate, di permesso.

Il tempo, quindi, è veramente denaro. Inoltre, una migliore e più efficiente gestione del tempo rappresenta una variabile decisamente importante all’interno delle dinamiche aziendali. Oltre a far guadagnare in termini di competitività, avere la possibilità di coniugare impegni professionali e non aiuta a combattere lo stress che queste faccende solitamente comportano.

Servizi di time-saving: alcuni esempi

Ecco un elenco dei servizi di time-saving più diffusi nel panorama aziendale:

  • La possibilità per i dipendenti di fare la spesa online e farsela recapitare nel proprio ufficio, così da evitare di trascorrere sabati e domeniche nei supermercati e poter dedicare quel tempo alla propria famiglia;
  • L’opportunità di fare acquisti online e avere la possibilità di farli consegnare in azienda, evitando così di doverli andare a ritirare di persona qualora il corriere non riuscisse a recapitare il pacco al destinatario perché in ufficio;
  • Car-pooling e car-sharing aziendali;
  • La possibilità di delegare ad una sorta di “maggiordomo”, messo a disposizione dall’azienda, commissioni che, se da sbrigare, toglierebbero tempo prezioso alle attività di lavoro.

Per concludere, parliamo di servizi che, se ben organizzati, possono produrre notevoli cambiamenti nella vita professionale di tutti i giorni di ogni dipendente, contribuendo allo stesso tempo e allo stesso modo a migliorare il clima aziendale. Non a caso, stando a numerosi studi e ricerche, dipendenti felici “creano” impiegati migliori.

Nell’ambito del welfare aziendale, Solco Srl affianca le imprese nella definizione di un vero e proprio Piano di Welfare.

Per scoprire i servizi offerti da Solco nel campo del welfare aziendale, consulta il depliant:

Inoltre, grazie alla sua esperta squadra di consulenti, Solco Srl ha le competenze necessarie per studiare e valutare dinamiche e criticità di contesti aziendali di ogni genere.

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Venerdì, 23 February 2018 13:42

Il nuovo GDPR

Le 10 cose da sapere sul nuovo regolamento su gestione e protezione dei dati personali

A partire dal prossimo 25 maggio sarà pienamente operativo il nuovo regolamento europeo in materia di gestione e protezione dei dati personali, conosciuto anche come General Data Protection Regulation, approvato in via definitiva dal Parlamento europeo nella seduta dello scorso 14 aprile 2016.

Regolamento UE 2016/679

Le 10 cose da sapere sul nuovo GDPR

  1. Nuovi criteri per l’applicazione delle norme

Se fino a questo momento, in materia di gestione e protezione dei dati personali, la normativa da applicare era quella del luogo dove ha sede chi è titolare del trattamento dei dati in questione, la riforma prevede l’introduzione del principio dell’applicabilità della normativa europea anche al di fuori dell’Unione europea stessa, purché ci si riferisca a trattamenti di dati personali che riguardano l’offerta di beni o sevizi a cittadini europei o che siano tali da essere in grado di monitorarne atteggiamenti e comportamenti.

  1. Nuovo criterio di accountability

Se in precedenza gli adempimenti seguivano criteri formali e una logica di effettivo abuso dei dati raccolti – si veniva sanzionati solo previa rilevazione e contestazione da parte delle autorità di controllo –, la riforma del regolamento in materia di gestione e protezione dei dati personali introduce l’obbligatorietà per quel che riguarda l’elaborazione di un sistema documentale di gestione della privacy.

  1. Nuova informativa

Grazie alla riforma del regolamento, le informative avranno una nuova veste, saranno meno formali, più chiare, semplici e di facile comprensione, così da poter favorire una reale informazione.

  1. Nuovi meccanismi per l’esercizio dei diritti degli interessati

La riforma prevede nuovi criteri che, pensati per ovviare alle difficoltà nelle procedure di accesso, modifica, integrazione e cancellazione dei propri dati personali, agevolino l’interessato proprio nell’esercizio di queste procedure.

  1. Analisi dei rischi e valutazione d’impatto del trattamento dei dati personali

Le nuove disposizioni in materia di gestione e protezione dei dati personali prevedono l’introduzione di un nuovo strumento, denominato Privacy Impact Assessment (PIA). Un documento di valutazione di tutta una serie di rischi generati dal trattamento dei dati personali, che dovrà essere stilato da chi è incaricato della raccolta dei dati stessi.

  1. Mai più obbligo di notificazione al Garante per la Privacy

La riforma del regolamento fa venire meno l’obbligo di notificazione al Garante per la Privacy, vale a dire quell’obbligo in campo alle imprese di comunicare preventivamente alle autorità garanti eventuali azioni di trattamento di dati personali. Se a venir meno è l’obbligo di notificazione, a nascere in capo alle imprese è l’obbligo di dotarsi di un registro dove annotare tutti i trattamenti di dati effettuati all’interno dell’azienda e da mettere a disposizione delle autorità garanti per eventuali ispezioni o controlli.

  1. Data Protection Officer (DPO)

Le nuove disposizioni prevedono poi l’istituzione di una nuova figura professionale, quella del Data Protection Officer (DPO), responsabile dell’implementazione e dell’applicazione stessa del regolamento all’interno dell’azienda. Una figura obbligatoria qualora:

  • sia un soggetto pubblico a procedere con il trattamento dei dati;
  • si abbia a che fare con rilevanti quantità di dati personali;
  • si trattino in maniera sistematica dati sensibili o giudiziari.
  1. Privacy by design e privacy by default

La nuova normativa europea prevede inoltre l’introduzione di due nuovi principi per un corretto trattamento dei dati personali:

  • Privacy by design – vale a dire, in fase di progettazione, la necessità per imprese e aziende di impiegare misure tecnico-organizzative a protezione dei dati, rendendo così quest’ultimi accessibili solo ed esclusivamente previa autorizzazione;
  • Privacy by default – vale a dire la necessità di evitare raccolte di dati e informazioni che eccedano gli obiettivi dichiarati nell'informativa.
  1. Nuovo obbligo di notifica per le violazioni di dati subite da chi effettua il trattamento dei dati

La riforma prevede anche l’obbligo di comunicare alle autorità garanti, entro 72 ore dall’accaduto, violazioni dei sistemi di sicurezza che possano determinare in maniera accidentale o illecita la distruzione e conseguente perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trattati dall’azienda.

  1. Nuovo regime sanzionatorio

Le nuove disposizioni prevedono il passaggio da un sistema di sanzioni a cifra fissa ad un sistema di sanzioni personalizzate. In particolare, le nuove sanzioni saranno:

  • fino a €20.000.000 per i privati e le imprese non facenti parte di gruppi;
  • fino al 4% del fatturato complessivo (consolidato) su base mondiale per i Gruppi societari multinazionali.

Per non incorrere in eventuali sanzioni, aziende e PA dovranno adeguare i propri sistemi IT e di sicurezza informatica alle nuove disposizioni entro e non oltre il 28 maggio 2018. A tal proposito, Solco Srl dispone delle competenze necessarie per offrire formazione e consulenza a riguardo.

Per maggiori informazioni:

Solco Srl Roma

Tel. 06 7070 2121

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Venerdì, 16 February 2018 09:56

La felicità in azienda

Dipendenti felici accrescono la competitività e il successo di un’azienda

Competitività e successo delle imprese, oltre che per il raggiungimento di specifici obiettivi aziendali di breve, medio o lungo periodo, passano anche, e forse soprattutto, per il grado di felicità, soddisfazione e coinvolgimento delle proprie risorse. Fidelizzare un proprio dipendente, far sì che possa sentire come propri i valori di un’azienda e magari, a sua volta, trasmetterli all’esterno, è importante tanto quanto attivare processi di fidelizzazione verso la propria clientela, garantendo così un ritorno economico per la propria azienda.

Per queste ragioni, non è sicuramente un caso che un numero sempre maggiore di imprese abbiano cominciato ad investire in maniera significativa il proprio tempo e le proprie risorse in attività di ascolto di quelli che sono effettivamente i fabbisogni dei propri dipendenti.

In questa direzione vanno certamente tutta una serie di politiche interne improntate al principio del welfare aziendale, dove per welfare aziendale intendiamo un insieme di benefit e prestazioni che, erogati in aggiunta alla normale retribuzione, contribuiscono a migliorare la vita di un dipendente, sia da un punto di vista professionale che da un punto di vista più strettamente legato alla salute, al benessere e alla vita privata del dipendente stesso.

A conferma di questo trend, Francesca Contardi, Managing Director di EasyHunters, sottolinea come al giorno d’oggi “occuparsi di gestione delle risorse umane vuol dire occuparsi anche di aspetti che hanno più a che fare con la sfera emotiva e personale delle persone che lavorano in azienda”.

Da qui, la necessità per le aziende di cominciare ad orientare la propria ricerca verso professionisti che sappiano occuparsi e prendersi cura del benessere delle persone, anche per quel che riguarda i loro percorsi di carriera, la loro formazione e la loro crescita professionale.

Nell’ambito delle politiche di welfare aziendale, Solco Srl ha le competenze e le risorse necessarie per affiancare e accompagnare le aziende nella definizione e nella messa a punto di un vero e proprio Piano di Welfare. Per scoprire i servizi offerti da Solco nel campo del welfare aziendale, consulta il depliant:

Inoltre, grazie alla sua esperta squadra di consulenti, Solco Srl ha le competenze necessarie per studiare e valutare dinamiche e criticità di contesti aziendali di ogni genere.

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L'osservatorio sul mondo del lavoro a sostegno dell'inserimento lavorativo delle persone con la sindrome di Down

Anche in considerazione delle recenti novità in materia di collocamento mirato del personale disabile, con particolare riguardo all'aspetto dell'obbligatorietà delle assunzioni, Solco Srl è lieta di segnalare a tutti i suoi clienti il Servizio promosso dall'Associazione Italiana Persone Down Onlus (AIPD Onlus).

Nato alla fine degli anni Novanta, offre alle persone con la sindrome di Down, alle loro famiglie e alle aziende un sostegno concreto per realizzare esperienze di inserimento lavorativo di successo.

Ad oggi l'Associazione Italiana Persone Down Onlus (AIPD Onlus) è presente in 51 città italiane e sta attivando gradualmente esperienze di inserimento presso di queste.

Sono 168 i giovani con sindrome di Down ad oggi assunti con regolare contratto e 121 quelli che, nell’ultimo anno,  si sono formati attraverso esperienze di tirocinio su tutto il territorio nazionale.

Alle aziende interessate ad avviare progetti, il Servizio offre:

  • Informazione e formazione sul tema, in presenza e a distanza;
  • Accompagnamento nella fase di valutazione e selezione dei/l candidati/o e costruzione del progetto di inserimento lavorativo;
  • Accompagnamento nella definizione del rapporto di lavoro (formalità burocratiche e modalità di inserimento);
  • Tutoraggio nei primi mesi (presenza di un operatore sul posto di lavoro, servizio a carico di AIPD);
  • Monitoraggio del servizio nei primi anni e disponibilità a consulenze senza limiti di tempo.

Una lavoratrice dice:
“So che il lavoro è una cosa molto seria, sono molto puntuale, mi sveglio presto la mattina, sono sempre pulita, sono molto pronta a dedicare me stessa. Questo lavoro mi è proprio entrato dentro”

Per maggiori informazioni:
AIPD Nazionale
Monica Berarducci
Responsabile Osservatorio sul Mondi del Lavoro
06 3723909
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Venerdì, 09 February 2018 14:12

L’age management

Come trasformare l’età anagrafica in vantaggio competitivo

Con l’espressione age management intendiamo tutta una serie di iniziative, pensate e sviluppate all’interno di un’azienda, che si propongono di valorizzare al meglio la forza lavoro, anche tenendone in considerazione l’età anagrafica. L’age diversity, infatti, come ogni altro tipo di diversità (da quella di genere a quella sessuale e/o culturale), se valorizzata, accresce il valore effettivo delle risorse umane, assicurando un reale guadagno in termini di competitività.

L’essenza del cosiddetto age management risiede proprio nel far sì che, all’interno di uno specifico contesto aziendale, si riesca a trovare un equilibrio stabile e duraturo tra le diverse generazioni presenti all’interno della realtà aziendale. Lo sviluppo di buone pratiche nell’ambito dell’age management, inoltre, se da un lato aiuta le aziende ad adeguare le proprie dinamiche interne all’inevitabile processo d’invecchiamento anagrafico del personale dipendente, dall’altro favorisce e promuove pari opportunità tra dipendenti di diverse fasce d’età.

Perché queste iniziative e/o politiche possano però dare buon esito e contribuire quindi ad un miglioramento all’interno dell’azienda, è di fondamentale importanza che queste non vengano indirizzate verso un target eccessivamente ristretto/circoscritto.

A questo proposito, possiamo individuare tre fasi ben distinte nel corso della vita professionale di un lavoratore:

  • 15-30 anni;
  • 30-45 anni;
  • 45-65+ anni.

L’ultima delle tre fasi (45-65+ anni, ndr) è quella durante la quale le persone, se da un lato cominciano a perdere in maniera progressiva tutta una serie di abilità, dall’altro portano a maturazione competenze professionali che mai avevano avuto in passato. Nonostante questo, l’invecchiamento anagrafico determina un declino che contribuisce ad accrescere il divario tra richieste avanzate al lavoratore e la sua performance professionale. Un gap, questo, che ha non poche ripercussioni anche sulla salute del dipendente oltre che sul suo benessere personale.

Non esiste certo una sola best practice in materia di age management. L’efficacia delle sue politiche dipendono principalmente dal contesto all’interno del quale vengono sviluppate e applicate. Quello dell’età anagrafica, inoltre, è un vero e proprio management strategico, orientato a garantire migliori condizioni ambientali e, di conseguenza, migliori prestazioni a livello professionale.

L’age management, per concludere, rientra a tutti gli effetti nel campo delle misure di welfare aziendale, quell’insieme di politiche volte a salvaguardare salute e benessere di un dipendente oltre che il suo rendimento professionale. In quest’ambito, Solco Srl affianca le imprese nella definizione di un vero e proprio Piano di Welfare.

Per scoprire i servizi offerti da Solco nel campo del welfare aziendale, consulta il depliant:

Inoltre, grazie alla sua esperta squadra di consulenti, Solco Srl ha le competenze necessarie per studiare e valutare dinamiche e criticità di contesti aziendali di ogni genere.

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Lunedì, 22 January 2018 16:20

Programma di Sviluppo Rurale (PSR)

Nell'ambito del PSR 2014/2020, Solco Srl promuove il Piano Formativo TRA.C.C.I.A.

Il piano formativo TRA.C.C.I.A. (Trasferimento di Conoscenze e Competenze Innovative in Agricoltura) comprende al suo interno tutta una serie di corsi e attività di formazione indirizzate a giovani imprenditori e operatori economici che operano in ambito agricolo, forestale e rurale, e che rispondono proprio alle linee guida strategiche e alle priorità del Programma di Sviluppo Rurale promosso dalla Regione Lazio.

Nello specifico, l’offerta formativa di Solco comprende 3 corsi:

  • Un primo corso indirizzato a giovani imprenditori della provincia di Roma d’età compresa tra 18 e 41 anni, insediati con la Misura 6.1

Della durata complessiva di 150 ore, distribuite in 25 giornate da 6 ore ciascuna, il percorso formativo viene ad articolarsi in 3 moduli:

  1. ADEMPIMENTI FISCALI, AMMINISTRATIVI E POLITICHE AGRICOLE
  2. IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO – TUTELA AMBIENTALE
  3. FOCUS AREA:
  • Adattamento competitivo ai cambiamenti climatici
  • Tecnologie innovative per l’irrigazione e il risparmio idrico
  • Tecniche di prevenzione dell’erosione
  • Telerilevamento applicato all’agricoltura
  • Metodi e processi di agricoltura sociale
  • Promozione e difesa del paesaggio rurale
  • Tecniche di diversificazione produttiva
  • Nuove varietà e genotipi orientati alle produzioni di qualità
  • Supporto all’innovazione di processo e di prodotto
  • Promozione filiera corta
  • Un secondo corso indirizzato a giovani imprenditori della provincia di Viterbo d’età compresa tra 18 e 41 anni, insediati con la Misura 6.1

Per durata e contenuti del corso si faccia riferimento a quanto sopra

  • Una terza attività formativa rivolta però ad addetti del settore agricolo, alimentare e forestale che operano nel Lazio, gestori del territorio, altri operatori economici, come per esempio PMI che esercitano e svolgono la propria attività nelle aree rurali della Provincia di Roma.

Sempre della durata di 150 ore, il corso viene ad articolarsi in 11 moduli:

  1. Adattamento competitivo ai cambiamenti climatici
  2. Tecnologie innovative per l’irrigazione e il risparmio idrico
  3. Tecniche di prevenzione dell’erosione
  4. Telerilevamento applicato all’agricoltura
  5. Metodi e processi di agricoltura sociale
  6. Promozione e difesa del paesaggio rurale
  7. Tecniche di diversificazione produttiva
  8. Nuove varietà e genotipi orientati alle produzioni di qualità
  9. Supporto all’innovazione di processo e di prodotto
  10. Promozione filiera corta
  11. Visite didattiche e attività dimostrative

Per l’iscrizione a corsi e attività di formazione, sarà comunque necessario rispondere ad un apposito bando di selezione pubblica ad oggi ancora non disponibile.

Per essere ricontattati al momento dell’apertura del bando, è possibile compilare i seguenti form:

Giovani imprenditori delle province di Roma e Viterbo (Corso 1 e 2)

Addetti del settore agricolo, gestori del territorio e altri operatori economici (Corso 3)

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), principale strumento attraverso il quale poter rendere operativi programmi e finanziamenti di interventi in campo agricolo, rurale e forestale a livello regionale, consente di disporre di tutta una serie di risorse economiche messe a disposizione dall’Unione europea.

Per quanto riguarda il PSR 2014-2020, sono state tre le principali linee strategiche individuate a livello europeo e regionale:

  • Miglioramento dell’agricoltura in termini di competitività;
  • Gestione sostenibile delle risorse naturali e azioni per il clima;
  • Sviluppo territoriale equilibrato per le zone rurali.

Linee strategiche che, a loro volta, hanno permesso di individuare sei priorità:

  1. promuovere il trasferimento di conoscenze nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;
  2. potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole;
  3. incentivare l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
  4. preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalla silvicoltura;
  5. incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale;
  6. promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Per maggiori informazioni:

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Tel. 06 7070 2121

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Fino a 10 mila euro per l’acquisto di hardware, software, servizi e formazione ICT

Con decreto ministeriale approvato lo scorso ottobre, il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha stanziato un fondo di 100 milioni di euro da destinare al cosiddetto “Voucher per la digitalizzazione”. Una misura, questa, che agevola le micro, piccole e medie imprese, mettendo loro a disposizione un contributo a fondo perduto, nel limite massimo del 50% delle spese ritenute ammissibili, per un valore non superiore a 10 mila euro.

Voucher per la digitalizzazione: cosa finanzia?

Per far sì che le aziende possano porre in essere interventi di digitalizzazione dei loro processi aziendali e misure di ammodernamento tecnologico, il “Voucher per la digitalizzazione” può essere usato per acquistare hardware, software o altri servizi specialistici che permettano all’azienda di:

  • migliorare l'efficienza aziendale;
  • modernizzare l'organizzazione del lavoro, mediante l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
  • sviluppare soluzioni di e-commerce;
  • fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  • realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT.

Voucher per la digitalizzazione: come richiedere il voucher?

Stando alle nuove indicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, per richiedere il voucher le imprese interessate potranno presentare la loro domanda, esclusivamente attraverso l’apposita procedura informatica, dal 14 settembre 2018 fino al 14 dicembre 2018.

Requisiti necessari per la presentazione della domanda sono il possesso della Carta nazionale dei servizi, di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la registrazione nel Registro delle imprese.

Solco Srl, in collaborazione con Eulab Consulting, offre una serie di servizi acquistabili proprio grazie al Voucher per la digitalizzazione.

Sfoglia la brochure per scoprire le offerte:

Per maggiori informazioni:

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Mercoledì, 17 January 2018 15:10

Il nuovo modello di accreditamento

Principi guida e criteri del nuovo modello di accreditamento

È fuor di dubbio che migliorare la qualità di servizi quali l’istruzione, la formazione e l’orientamento rappresenti una priorità per qualunque Paese che voglia crescere non solo in termini di competitività, quant’anche in termini di equità sociale. A tal proposito, l’accreditamento viene a configurarsi quale valido strumento attraverso il quale poter elevare tanto la qualità quanto l’efficacia di un servizio come quello formativo.

E proprio in questa direzione è andata la ormai non più recente intesa, siglata tra Ministero del lavoro, della pubblica amministrazione, Regioni e Province, nell’ottica di rivedere e ridefinire un nuovo modello di accreditamento. Stando a quanto siglato nell’intesa, il nuovo modello di accreditamento fa riferimento a 4 principi guida e 5 criteri. Ciascun criterio, poi, presenta al suo interno tutta una serie di linee d’indirizzo e di requisiti.

Principi guida del nuovo modello di accreditamento sono:

  • Lifelong learning

Un principio indispensabile se l’intento è quello di garantire un accesso pressoché permanente alle competenze in uno spazio sempre più globale e integrato quale quello formativo.

  • Mantenimento dei requisiti e efficacia dei controlli

Un principio che, basato su una modalità di verifica non più episodica ma continuativa, contribuisce a garantire un livello qualitativo dell’offerta formativa sempre maggiore.

  • Semplificazione e accertabilità dei requisiti

Un principio che viene a configurarsi quale garanzia di trasparenza, certezza e affidabilità delle informazioni.

  • Integrazione e sinergia dei controlli

Un principio, anche questo, che cerca di garantire un certo coordinamento tra le innumerevoli politiche locali nell’ambito dell’istruzione e della formazione.

I criteri individuati nella definizione del nuovo modello di accreditamento sono:

  • Risorse infrastrutturali e logistiche
  • Affidabilità economica e finanziaria
  • Capacità gestionali e risorse professionali
  • Efficacia ed efficienza
  • Relazioni con il territorio

Approfondisci linee d’indirizzo e requisiti dei nuovi criteri per l’accreditamento

Solco Srl, ente accreditato presso la Regione Lazio e la Regione Sicilia nell’ambito della formazione continua e in quello dell’orientamento professionale, ha esperienza nella progettazione e nella gestione di interventi di assistenza tecnica per programmi regionali, nazionali ed europei.

Le aziende interessate a partecipare a questi programmi, possono contattare Solco per pianificazione strategica, ideazione, implementazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei progetti.

Sul nostro sito, inoltre, è possibile consultare una pagina interamente dedicata all’assistenza tecnica.

Per maggiori informazioni:

Solco Srl a Roma:

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067070 2121

Solco Srl in Sicilia:

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091 7302837

Da gennaio, le aziende con più di 14 dipendenti avranno l’obbligo di assumere disabili o persone in situazioni di svantaggio

La recente e altrettanto discussa riforma del mercato del lavoro ha previsto, tra le tante misure messe in campo per rilanciare l’occupazione, l’obbligo, per imprese e aziende che possono contare su un numero di dipendenti maggiore di 14, di assumere personale disabile. Una misura che, attraverso un collocamento mirato, ha come intento principale quello di garantire a persone disabili o in situazioni di svantaggio di non rimanere escluse dal complesso mercato del lavoro.

L’obbligo, che ricordiamo essere in capo a imprese e/o aziende che contano un numero di dipendenti maggiore di 14, vale per specifiche categorie di disabili o persone in situazioni di svantaggio. In particolare, vale per:

  • Invalidi civili che abbiano una percentuale di invalidità compresa tra il 46% e il 100%;
  • Invalidi del lavoro che presentino una percentuale di invalidità superiore al 33%;
  • Invalidi per servizio, vale a dire quanti sono stati al servizio del pubblico impiego;
  • Invalidi di guerra;
  • Civili di guerra che abbiano riportato minorazioni dalla prima all’ottava categoria;
  • Non vedenti;
  • Sordomuti;
  • Categorie protette.

Per imprese e aziende, inoltre, c’è un numero minimo di disabili o persone in situazioni di svantaggio da assumere obbligatoriamente. Tale soglia dipende dal numero di dipendenti presenti all’interno dell’azienda in questione. In particolare:

  • Le imprese che possono contare su un numero di dipendenti compreso tra 15 e 35 devono, obbligatoriamente, assumere un disabile;
  • Quelle con un numero di dipendenti compreso tra 36 e 50 sono obbligate ad assumere 2 persone disabili;
  • Le aziende con oltre 50 dipendenti, invece, hanno due soglie da dover tenere in considerazione: la prima ha a che fare con l’obbligo di riservare il 7% delle posizioni lavorative interne a persone disabili; la seconda con quello di riservare l’1% ai familiari delle persone invalide oltre che a quelli dei profughi rimpatriati.

L’obbligo di assumere disabili viene meno in situazioni particolari. Nello specifico, tale obbligo viene temporaneamente sospeso qualora l’azienda abbia a che fare con una di queste circostanze:

  • Ristrutturazione, riorganizzazioni o conversione aziendale;
  • Stato di fallimento e/o liquidazione;
  • Mobilità;
  • Solidarietà;
  • Previsione di forme di incentivo all’esodo.

L’eventuale sospensione ha validità massima di 3 mesi, prorogabili una sola volta, sempre previa autorizzazione da parte del Servizio Provinciale Competente.

Qualora, inoltre, l’azienda svolga attività professionali eccessivamente usuranti o pericolose, la normativa prevede l’istituto dell’esonero parziale dall’obbligo di assunzione di personale disabile (da concedersi per un massimo di 12 mesi).

Le nuove disposizioni sono poi intervenute a modificare l’impianto sanzionatorio da applicarsi in caso di violazione dell’obbligo di assunzione.

Qualora le aziende non ottemperino l’obbligo previsto ex lege saranno sanzionate:

  • Per la mancata trasmissione del prospetto informativo: 635,11€, più una maggiorazione di 30,76€ per ogni giorni di ritardo;
  • Per la mancata copertura della quota di riserva: 153,20€ al giorno per ogni disabile non occupato dal 61° giorno successivo alla data di insorgenza dell’obbligo, da destinare al “Fondo regionale per l’occupazione dei disabili”.

Solco Srl, in qualità di ente accreditato presso il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio, affianca imprese e aziende nelle fasi di ricerca e selezione del personale, anche disabile.

Anche in considerazione delle recenti novità in materia di collocamento mirato del personale disabile, Solco Srl è lieta di segnalare a tutti i suoi clienti il Servizio promosso dall'Associazione Italiana Persone Down Onlus (AIPD Onlus).

Per maggiori informazioni:

Solco Srl Roma

Tel. 06 7070 2121

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Mercoledì, 17 January 2018 13:51

Le certificazioni aziendali

Le principali certificazioni in materia di qualità, ambiente e sicurezza sul lavoro

ISO e OHSAS sono solamente due delle sigle che, più che riferirsi a un particolare servizio offerto, fanno in realtà riferimento all’azienda che offre o propone questo determinato servizio. Sono, infatti, dei veri e propri certificati di garanzia che hanno a che fare principalmente con tre ambiti:

  1. Qualità;
  2. Ambiente;
  3. Sicurezza e salute del personale dipendente.

Certificazioni aziendali, o riconoscimenti, che attestano la conformità di un’azienda a specifiche normative di riferimento, valide anche a livello internazionale.

Certificazioni aziendali: quali sono e a cosa servono

Una delle principali famiglie di certificazioni aziendali è sicuramente quella della sigla ISO (International Organization for Standardization, ndr).

ISO 9001

L’unica norma di questa famiglia (ISO 9000, ndr) per la quale ancora oggi è possibile attivare una procedura di certificazione è la certificazione ISO 9001 che, a partire dal 2003, ha sostituito le due precedenti norme (ISO 9002 e ISO 9003, ndr). La certificazione ISO 9001 attesta la qualità di un’azienda nelle fasi di progettazione, sviluppo, fabbricazione, installazione e assistenza di prodotti o servizi. Per un’azienda, quindi, disporre di questa certificazione significa avere la possibilità di offrire servizi che siano conformi ai requisiti previsti e richiesti come garanzia di qualità dalla normativa di riferimento stessa.

ISO 14001

La certificazione ISO 14001 prova, invece, l’impegno di un’azienda per la tutela dell’ambiente e per la prevenzione dei rischi e dei danni ambientali. Più nello specifico, questa certificazione attesta che, tra le altre cose, l’azienda in questione:

  • Abbia definito una politica ambientale idonea, che permetta quindi di prevenire qualsiasi rischio o danno ambientale;
  • Abbia attivato procedure di controllo efficaci;
  • Garantisca che eventuali “crisi” ambientali vengano monitorate, stabilendo inoltre procedure di emergenza che consentano di affrontarle;
  • Ne verifichi costantemente la conformità.

OHSAS 18001

La certificazione OHSAS 18001 attesta l’impegno di un’azienda per la tutela e la sicurezza del personale dipendente sul luogo di lavoro. Una certificazione, questa, che, seppur non obbligatoria (come le altre del resto), è sicuramente consigliato ottenere, anche per mettersi al riparo da future e eventuali contestazioni da parte del personale dipendente. Disporre di questa certificazione inoltre, dà accesso ad una riduzione dei premi che andrebbero teoricamente corrisposti all’INAIL, cosa che costituisce un vantaggio non da poco per un datore di lavoro.

Grazie al proprio team di consulenti, Solco Srl ha le competenze necessarie per affiancare imprese e aziende nelle fasi di progettazione e preparazione in vista del conseguimento di queste e altre certificazioni aziendali.

Per maggiori informazioni:

LUCIANA FRANCHINI

Tel. 06 7070 2121

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